Focaccia e solidarietà

Come la focaccia può diventare solidale e l’esempio dei Restos du Coeur francesi.

Ho casualmente scoperto, leggendo un libro dedicato a Fabrizio De Andrè, che tra le varie chiacchierate del tempo si parlava di un comico francese chiamato Coluche. E ispirato da quanto letto riflettevo sul fatto che la focaccia possa essere più di un semplice alimento.

Coluche ha lanciato l’idea dei Restos du Coeur durante uno dei suoi spettacoli nel 1985. La sua proposta era semplice ma potente: realizzare ristoranti per fornire pasti caldi alle persone in difficoltà durante i mesi più freddi dell’anno. L’idea ha immediatamente catturato l’attenzione del pubblico e ha suscitato un’ondata di sostegno e solidarietà da parte di volontari e donatori. Il primo ristorante aprì nell’inverno del 1985. In quell’inverno le iniziative si moltiplicarono e i pasti donati furono più di otto milioni. I Restos du coeur sono diventati un’organizzazione di vasta portata, con centinaia di centri in tutta la Francia che offrono pasti caldi, supporto sociale e orientamento per coloro che ne hanno bisogno. Oggi, i Restos du coeur continuano la loro missione di combattere la fame e la povertà, offrendo sostegno a migliaia di persone ogni giorno.

Ma cosa possiamo imparare da questa storia di solidarietà?

In un mondo in cui la fame e la povertà sono ancora una realtà per molte persone, è importante fare la nostra parte per aiutare coloro che sono meno fortunati di noi.

Possiamo pensare a coinvolgere anche coloro che hanno bisogni speciali nella nostra comunità. Ad esempio, potremmo creare programmi di formazione culinaria per persone con disabilità, insegnando loro a preparare deliziose focacce e offrendo loro l’opportunità di partecipare attivamente a un progetto come un forno sociale. E immagino che quel forno possa rifornire numerosi punti vendita in Italia.

In questo modo, possiamo trasformare la nostra passione per la cucina in un’opportunità per fare la differenza nella vita degli altri. La focaccia salata o dolce sarebbe buona due volte: al suo sapore aggiungeremmo il valore sociale. Cosi che possa diventare uno strumento potente per promuovere la solidarietà e il cambiamento positivo nella nostra società.